MONOLOGHI DI SATIRA E TEATRO CIVILE
IL MATTO 3 la terza repubblica
Ottobre 2013: il naufragio dei bambini
una tragica farsa sui migranti, i confini, Dio e Mussolini
Dopo lo straordinario successo de “IL MATTO” e “ILMATTO2”, Loizzi porta in scena il terzo capitolo della sua personale trilogia sull'Italia e i morti di Stato, con il suo folle processo, dissacrante, ironico e drammatico, per una nuova “inchiesta” di ordinaria follia, sulle storture del “Bel Paese”, dove persino Dio e Mussolini, saranno testimoni e accusatori.
Questa volta portando alla ribalta uno dei temi più discussi della storia della “seconda” repubblica : gli stranieri. O migranti, immigrati, extracomunitari, a seconda di come la stampa del momento preferisca definirli.
Ottobre 2013 : il naufragio dei bambini.
Nave Libra, il pattugliatore della Marina italiana, è ad appena un'ora e mezzo di navigazione da un barcone carico di famiglie siriane che sta affondando. Ma i comandi militari italiani sono preoccupati di dover poi trasferire i profughi sulla costa più vicina. Così non mettono a disposizione la loro unità, nonostante le numerose telefonate di soccorso e la formale e ripetuta richiesta delle Forze armate maltesi di poter dare istruzioni alla nave italiana perché intervenga. Il peschereccio, partito dalla Libia con almeno 480 persone, sta imbarcando acqua. Dopo cinque ore di attesa e di inutili solleciti da parte delle autorità maltesi ai colleghi italiani, il barcone si rovescia. Muoiono 268 persone, tra cui 60 bambini.
IL MATTO 2 OVVERO IO NON SONO STATO
UNA TRAGICA FARSA SUL PROCESSO GIULIANI E LE MORTI DI STATO
Un esilarante monologo a tredici voci, una farsa tragicomica, uno spettacolo in bilico fra satira e poesia, denuncia e intrattenimento, teatrocomico e teatro di parola. Un'indagine basata su documenti, testimonianze e atti processuali riguardanti i violenti fatti del G8 di Genova - “La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale.” come detto da Amnesty Internetional - e dell'omicidio di Carlo Giuliani, ragazzo ucciso il pomeriggio del 20 luglio del 2001.
In un'incredibile girandola di ingressi, Massimiliano Loizzi dà vita a personaggi agli antipodi fra loro (giudice, avvocati, testimoni, giornalisti, carabinieri, poliziotti, onorevoli, manifestanti, black bloc e persino Giuliani stesso), grotteschi e surreali nella loro verità, mantenendo un ritmo serrato che via via sale in un crescendo di sentita denuncia, un atto poetico che è anche un atto civile e politico con un finale sorprendente che urla a gran voce che l'unica giustizia possibile è la verità e l'arma più grande è la memoria.
Il processo messo in scena come una farsa tragicomica, diviene caricatura che mette in luce le pecche grottesche della giustizia e nel solco della migliore tradizione della satira e del teatro civile, punta il dito sul silenzio omertoso dello Stato; il tutto condito dall'ironia surreale di Massimiliano Loizzi che perdura per tutto lo spettacolo, capace di render comici anche i momenti più drammatici, e rendendo così meno pesanti gli insoluti casi dell'ingiustizia italiana.
Uno spettacolo che spinge quasi con violenza a prendere parte in uno dei casi piu discussi della storia della “seconda” repubblica.
IL MATTO OVVERO IO NON SONO STATO
UNA TRAGICA FARSE SUL PROCESSO PINELLI E LE MORTI DI STATO
Un'inchiesta di ordinaria follia sulle morti di Stato. Un monologo a venti voci, una farsa tragicomica, uno spettacolo di teatrocivile sul sistema e sui cittadini al di sopra di nessun sospetto, in bilico fra satira e poesia, denuncia e intrattenimento, teatrocomico e teatro di parola. Un'indagine basata su fatti, testimonianze e atti processuali dell'omicidio di Giuseppe Pinelli ferroviere anarchico, ucciso innocente nel locali della questura di Milano la notte del 15 dicembre del 1969.
In un'incredibile girandola di ingressi Massimiliano Loizzi da vita a personaggi agli antipodi fra loro, giudice, avvocati, testimoni, giornalisti e persino Pinelli stesso : il processo, nel quale il pubblico viene chiamato in causa, vuoi come parte giudicante, vuoi come imputato, è una farsa tragicomica, una caricatura che mette in luce le pecche grottesche della giustizia e nel solco della migliore tradizione della satira e del teatrocivile, invita a riflettere sul silenzio omertoso che lo Stato, fingendo di combattere, è il primo a promuovere.
Con questo monologo i Mercanti di Storie ridanno voce a coloro a cui è stata tolta la possibilità di parlare : tutti quei senza nome che ogni giorno vengono uccisi dallo Stato, se non fisicamente, attraverso un lento logoramento interiore